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Pazi Snajper

Pazi Snajper
Spettacolo teatrale di e con Roberta Biagiarelli

Mercoledì 5 aprile 2023 ore 21
Auditorium Enzo Ferrari, Via Nazionale 78 Maranello
Nell'ambito della rassegna Sport+
Ingresso gratuito

Pazi Snajper
Uno spettacolo da un’idea di Roberta Biagiarelli

Con Roberta Biagiarelli e Sandro Fabiani
Regia Luca Bollero
Immagini Luigi Ottani | disegno luci Andrea Violato | suoni e musiche Saverio Cigarini
Assistente alla produzione Barbara Pasquariello | cura tecnica Alessandro Bigatti | costumi Oro Nero Creazioni
Ricerche Kanita Ita Focak, Azra Nuhefendic, Nedim Arnautovic, Isabella Scaramuzzi
Si ringraziano Jovan Divjak, Gigi Riva, Paolo Rumiz, Mario Boccia, Luisa Morfini e Sabrina Morena

L’interesse dell’autrice ed interprete con vocazione balcanica Roberta Biagiarelli è andata in questi ultimi anni a focalizzarsi sul ruolo dei cecchini che operarono nell’assedio di Sarajevo. Uomini e donne che decidono di diventarlo per un periodo della loro vita o che lo sono, per lavoro, all’interno di regolari corpi militari. È ciò che si muove intorno a questa psicologia deviata che l’ha attratta come materia d’indagine da poter essere portata in scena.

Il cecchino è il protagonista implacabile che osserva dall’alto della sua postazione lo scorrere davanti ai suoi occhi della vita nella città ferita, è un tiro andato a segno a dargli la gioia di un lavoro ben fatto.
 Agisce dentro ad una condizione di attesa, così come dentro ad un tempo sospeso si trovano a vivere, non per loro scelta, le sue vittime.
 Lui e Lei, rimasti nell’unico appartamento di un intero condominio abbandonato nel quartiere di Grbavica nella Sarajevo assediata, in attesa che accada qualcosa o che qualcuno arrivi a modificare la loro condizione. 
Il cecchino esplora le sue vittime, le colleziona, le corteggia, decide se colpire per uccidere o ferire, lasciarti invalido per sempre o per spaventati: un “mestiere” difficile che richiede precisione e concentrazione,
 al di là del risultato è un crimine che lascia gli esecutori impuniti.

L’azione teatrale è ambientata in due situazioni parallele: la postazione del cecchino inondata dal suo flusso interiore e l’abitazione di un uomo e di una donna che resistono, testimoni consumati e attanagliati dal freddo, dalla paura, dalla fame, che come Vladimiro ed Estragone nella famosa opera ‘Aspettando Godot’ di Samuel Beckett: litigano, fanno pace, pensano di separarsi, ma alla fine restano l’uno legato all’altro e passano il tempo ad inventarsi modi per sopravvivere.
C’è la condizione di attesa del cecchino-carnefice e c’è quella delle sue vittime per due mondi destinati ad incrociarsi attraverso un mirino. Il capolavoro di Beckett pervade e ispira il dispiegarsi dello spettacolo Pazi Snajper, omaggiando il teatro resistente della scrittrice e intellettuale americana Susan Sontag che nel buio della guerra a Sarajevo decise di fare qualcosa per le persone chiuse nella morsa della città assediata con gli attori del Kamerni 55 mettendo in scena ‘Aspettando Godot’ di Samuel Beckett. Le prove durarono mesi, sospese per le bombe e riprese a notte fonda, enormi le difficoltà a cui andò incontro la piccola compagnia teatrale alle prese con la realtà quotidiana di una città senz’ acqua, senza luce, senza cibo e sotto il tiro delle bombe e dei cecchini.” “Non c’è nulla che possiamo fare” così inizia la nota pièce Beckett; tuttavia, lo spettacolo debuttò il 18 agosto 1993 al Kamerni Teatar 55.
 Una, tra le azioni di resistenza, per mantenere vivo lo spirito della città. Susan Sontag la definì una delle esperienze più importanti della sua vita e questo gesto divenne il suo contributo per la città simbolo della guerra.
Nella certezza che la cultura è un particolare sistema che consente, in caso di emergenza, di tenere tutte le porte aperte.
 “
I tanti testimoni di guerra che ho conosciuto e che mi hanno regalato la loro esperienza in questi lunghi anni di attraversamenti balcanici, alcuni di loro sopravvissuti anche al mirino telescopico del cecchino, mi hanno sempre raccontato che anche in condizioni di massimo pericolo uscivano per continuare a fare con dignità la vita di ogni giorno: “Vivevamo e basta!”.

Oggi questa affermazione acquista un senso ulteriore, capiamo che la vita di ogni giorno non è banalità e che pur di viverla, si debba mettere in conto la possibilità di perderla.” - Roberta Biagiarelli

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Quando: 05 aprile 2023

Orari: 21:00

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